Inizia il Conclave. Il mondo guarda alla Sistina e il cuore torna a Papa Giovanni

Extra omnes. Due parole antiche, solenni, cariche di mistero. Domani, mercoledì 7 maggio, torneranno a risuonare nella Cappella Sistina. Con questa formula latina – tutti fuori – si chiuderanno le porte e inizierà il Conclave. In quel momento, i cardinali si ritireranno dal mondo per mettersi in ascolto dello Spirito Santo. Un gesto che parla di preghiera, di attesa, di fiducia.
In mattinata, il Collegio cardinalizio si riunirà per la Messa pro eligendo Pontifice, presieduta dal decano. Una celebrazione intensa, in cui tutta la Chiesa si stringe attorno ai suoi Pastori, invocando insieme il dono di un nuovo Papa.
Nel pomeriggio, il cammino verso la Sistina sarà accompagnato da queste parole:
“Tutta la Chiesa, unita a noi nella preghiera, invoca costantemente la grazia dello Spirito Santo, perché sia eletto da noi un degno Pastore di tutto il gregge di Cristo”.
Da lì, la suggestiva processione in abito corale verso la Cappella michelangiolesca, dove i porporati intoneranno l’inno Veni, Creator Spiritus e presteranno giuramento.
Il pensiero non può non correre a quel 25 ottobre 1958, quando anche il Patriarca di Venezia, Angelo Giuseppe Roncalli, si incamminò verso la Cappella Sistina. Era l’ultimo ad entrare. Poco dopo, le porte si chiusero dietro di lui.
Furono necessari undici scrutini. Poi, il 28 ottobre, la fumata bianca. I voti si erano posati su Roncalli. Alla domanda «Accetti?», la sua voce – sola, profonda – ruppe il silenzio, spiegando di vedere nei voti dei cardinali «il segno della volontà di Dio» e concludendo: «Chino il capo e la schiena al calice dell’amarezza e al giogo della croce.».
Alla seconda domanda – «Come vuoi essere chiamato?» – il nuovo Papa rispose:
«Vocabor Joannes. Mi chiamerò Giovanni.»
Un nome dolce, che portava dentro il ricordo del padre e della sua parrocchia di Sotto il Monte. Un nome che non voleva mettersi in mostra, ma nascondersi dentro una lunga storia di Papi. E che invece, in quella umiltà, conteneva una forza destinata a cambiare la Chiesa.
Giovanni XXIII, il Papa del Conclave, non fu un pontefice di passaggio. Il suo nome è scritto tra i grandi, e il suo spirito continua a parlare al cuore di tanti.
Dal Santuario di Sotto il Monte, dalla sua terra natale, accompagniamo questo nuovo Conclave con la preghiera. In silenzio, come lui. Con fiducia, come lui.