«Profumati la testa e lavati il volto»

Carissimi fratelli e sorelle, carissimi amici,

l’espressione usata da Gesù, e ascoltata nella liturgia del mercoledì delle ceneri, più che un invito alla penitenza mi ricorda il comportamento di un innamorato prima di uscire di casa, quando va incontro alla sua fidanzata: che cosa fa? Si sistema per bene e conclude con una spruzzata abbondante di profumo: sta incontrando la sua innamorata, volete che si presenti trasandato, sudato e sporco? Leggo dunque in queste parole di Gesù l’invito alla gioia, e dunque a interpretare la quaresima non come a un tempo di mestizia, ma, al contrario, a un tempo di letizia.

A che serve questo tempo se non a ritrovare la sintonia con il Signore, e dunque a sperimentare nel profondo la gioia di sentirci alla sua presenza, di avvertire la consolazione della fede, di percepire che non siamo soli, ma che ci accompagna un amore intenso e fecondo? Guardare alla Quaresima come a un tempo di sacrifici e di rinunce fini a se stessi equivale a smettere prima ancora di iniziare: chi vorrebbe impegnarsi in un esercizio di rinunce e sacrifici solo per mantener fede a un proposito? Assurdo, Dio non ci chiede questo. Quanto mettiamo in campo: silenzio, ascolto della Parola di Dio, digiuno, astinenza, elemosina, ascesi nelle nostre esigenze va nella direzione di liberare spazio nel nostro cuore affinché possa essercene di più per il Signore. Ci svestiamo dell’uomo vecchio attraverso l’esercizio degli impegni quaresimali, affinché lo Spirito santo ci rivesta dell’uomo nuovo; dunque facciamo pulizia nel nostro cuore perché ci sia più ordine e più spazio per il Signore. Il vangelo di Marco che abbiamo ascoltato nella liturgia della prima domenica di quaresima ci narra che Gesù nel deserto ci va “Sospinto dallo Spirito”; all’origine dell’impegno di Gesù e dunque anche di quello di ognuno di noi c’è l’iniziativa dello Spirito; è lo Spirito che ci chiama a mettere ordine nella nostra vita, è lo Spirito che ci invita ad affilare le armi per la battaglia senza sosta contro il nemico, il quale agisce con moto perpetuo contro di noi.

Un tempo le massaie facevano le pulizie di primavera, impegno sostanzioso per un lavaggio e una igienizzazione a fondo di ogni angolo della casa. La Quaresima – non si consideri irriguardoso il paragone – assomiglia un po’ a questo, a una decisa e attenta ispezione del nostro spirito, delle nostre intenzioni, dei nostri sentimenti, in vista di riorientare il nostro cuore a Dio e a valutare se, per caso, non siamo passati dall’essere servi di Dio all’essere asservitori di noi stessi, e verificare se la signoria sulla nostra vita è in capo a Dio, nostro salvatore o al nemico, il grande tentatore. Un Padre della Chiesa, san Giovanni Crisostomo dice così: “Come al finir dell’inverno torna la stagione estiva e il navigante trascina in mare la nave, il soldato ripulisce le armi e allena il cavallo per la lotta, l’agricoltore affila la falce, e l’atleta depone le vesti e si prepara alle gare, così anche noi, all’inizio di questo digiuno, quasi al ritorno di una spirituale primavera, forbiamo le armi come i soldati, affiliamo la falce come gli agricoltori, e, come i marinai, riassettiamo la nave del nostro spirito per affrontare i flutti delle assurde passioni; come viandanti riprendiamo il viaggio verso il cielo, e come atleti prepariamoci alla lotta con lo spogliamento di tutto. Il fedele è agricoltore, marinaio, soldato, atleta e viandante”.

Approfittiamo anche noi di questo tempo di grazia, in cui lo Spirito ci spinge, per allenare i muscoli della fede e della speranza attraverso la palestra dell’ascesi, con le pratiche che la Chiesa, nella sua secolare sapienza, ci consiglia, e che Gesù stesso ha messo in pratica: il silenzio, la preghiera, il digiuno, l’elemosina.

Ci accompagnino in questo cammino di purificazione le parole di Papa Giovanni, nel cui diario spirituale, il Giornale dell’anima, troviamo il frutto delle sue quaresime, dei suoi esercizi spirituali, della sua lotta quotidiana con la tentazione:

“Quando si è calpestato l’orgoglio e l’amor proprio è stato messo sotto i piedi, allora si è capaci di accettare ciò che il Signore domanda da noi, e l’anima rimane in pace per sempre”.

Carissimi, buon cammino di Quaresima!
Don Claudio

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