Quinto anniversario della morte di Loris Francesco Capovilla

Il 26 maggio ricorre il quinto anniversario della morte di Loris Francesco Capovilla, custode della memoria di Papa Giovanni. Lo ricorderemo in Santuario, alle ore 16:00, con una Santa Messa celebrata da monsignor Gianni Carzaniga, prevosto della parrocchia di S. Alessandro in Colonna e primo direttore della Fondazione papa Giovanni.

La Celebrazione sarà trasmessa, in diretta streaming, anche tramite la pagina Facebook del Santuario.

Gianfranco Vecchiato Capovilla, nipote del Cardinal Capovilla, ha scritto un pensiero che vogliamo condividere anche con voi:

A cinque anni dalla morte del Cardinale Loris Capovilla, avvenuta all’età veneranda di 100 anni e 7 mesi, lo ricordiamo come un devoto figlio della Chiesa a cui dedicò tutta la sua lunga vita sacerdotale. Le corrispondenze che Egli tenne con personalità di diverso credo ed estrazione, rivelano la Sua profonda convinzione che nelle alterne vicende della Storia vi sia la luce del Cristo risorto accanto a ogni persona che si pone in ricerca e in cammino.

Mentre la pandemia continua a mietere vittime portando dolore, smarrimento ed isolamento, fa riflettere quanto scrisse nel 2013 “don Loris” sul tema dei grandi “cambiamenti.” che attraversano le società e il mondo. Quasi come un Suo testamento osservò dunque Capovilla: “Ecco la visione e la freschezza intellettuale del Cardinale e teologo francese Yves Congar, scomparso nel 1995, che così si descriveva: “Sono nato nel 1904. Ho conosciuto un’Europa in cui regnavano tre imperatori. Ho visto Francesco Giuseppe, che aveva avuto come maestro Metternich, l’uomo della Santa Alleanza. Sono passato attraverso due guerre. Ho partecipato attivamente ad un Concilio Ecumenico. Ed eccomi ora, sempre attivo, anche se vecchio e malato, dentro le scosse, le invenzioni, le innovazioni di una mutazione culturale e sociale senza precedenti. Ebbene, io mi ritrovo. Sento la continuità così come il cambiamento.” Questa positività ha attraversato come un vento il Concilio, spirando nella Chiesa a tratti in maniera impetuosa, modificando comportamenti, atteggiamenti, modi di intervenire nella vita sociale e personale, coinvolgendo Comunità di credenti, intrecciando culture e visioni diverse di tanti che, per lungo tempo erano rimasti divisi e distanti fra loro.

Negli anni il Cardinale Loris Capovilla alimentò costantemente la devozione verso il Santo Papa Giovanni, senza indulgere in nostalgie ma attratto dalle profonde e semplici convinzioni di fede, innestate nella personalità del grande Pontefice che ricordava: “Al mondo ci si sta una volta sola. C’è il mattino e c’è la sera. Per il cristiano anche il sole del tramonto permane sfavillante. Per chi ha senso di giustizia e cura assidua nell’osservare i comandamenti, la luce è sempre intensa e costante”. Si preparò al transito meditando sulle parole del poeta e scrittore Rainer Maria Rilke: “E l’anelito è questo: a cielo aperto nel tumulto del mondo aver dimora… Questa, la vita. In sino al giorno in cui la più sola fra le Ore solitarie non emerga dal Tempo e, sorridendo, diversamente dalle sue sorelle, muta al cospetto dell’Eterno stia”. Confermò nella sua vita la convinzione che “la strada dell’unione è la strada della carità”.

Alla soglia del secolo di vita Loris Capovilla volle citare, per farle proprie, le parole di Dag Hammarskjold, Segretario dell’ONU negli anni giovannei e premio Nobel per la pace che, testimone del ventesimo secolo, scrisse: “Al passato, Grazie. Al futuro: Sì.”

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