Suor Anna Maria Vitagliani: la vera speranza che sgorga dal cuore

Venerdì 9 maggio 2025, nella cornice della Chiesa Giubilare del Santuario San Giovanni XXIII di Sotto il Monte, si è svolto il quinto appuntamento dei “Venerdì della Speranza”, percorso di ascolto, meditazione e preghiera che accompagna i fedeli verso il cuore dell’esperienza cristiana.
Ospite e guida della serata è stata suor Anna Maria Vitagliani, religiosa della Congregazione delle Suore di Nazareth, biblista e guida spirituale con una lunga esperienza nell’accompagnamento e nella formazione. Con profondità e delicatezza, suor Anna Maria ci ha aiutati ad entrare nel Vangelo dei discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35), proponendo una lettura non solo biblica ma anche esistenziale, spirituale, ignaziana.

Riconoscere Gesù nella tristezza del cuore
Il brano evangelico si apre su una scena di delusione: due discepoli che si allontanano da Gerusalemme, con il volto triste e il cuore appesantito. Avevano sperato in un Messia potente, vincitore, capace di liberare Israele. Ma quella speranza si è infranta sulla croce.
«Noi speravamo…» è il grido silenzioso che abita ogni cuore ferito, ogni fede smarrita. Ed è lì, proprio lì, che si manifesta la pedagogia di Dio: un Dio che non impone, ma si avvicina; non giudica, ma ascolta. Suor Anna Maria ha sottolineato come il Risorto si faccia compagno di viaggio, prendendo sul serio la tristezza dei discepoli, lasciando che raccontino i loro fallimenti. E in questo ascolto, discreto e profondo, si rivela il primo passo verso la speranza.
La scrittura che riaccende il cuore
Gesù ascolta, poi interpella. E infine spiega. Ma non con discorsi astratti, bensì rileggendo la storia alla luce della Scrittura. È lì che il cuore dei discepoli comincia ad ardere.
«Il cuore arde perché riconosce, e riconosce perché arde» – ha detto suor Anna Maria, indicando nella lettura orante della Parola il luogo in cui la vita si trasforma, acquista senso, si illumina. La catechesi ha insistito su un punto centrale: la speranza vera non nasce dalla forza, ma dalla Parola ascoltata e gustata nel profondo. Non basta sapere, occorre sentire. Non basta vedere, occorre riconoscere. E questo è possibile solo con il cuore.
Da Emmaus a Gerusalemme: la Chiesa che rinasce
Il momento decisivo avviene a tavola, nello spezzare il pane. È lì che gli occhi dei discepoli si aprono, è lì che Gesù viene riconosciuto. E subito sparisce alla loro vista. Ma non dalla loro vita.
Quello che conta, ha spiegato suor Anna Maria, è che il cuore sia cambiato. Che la tristezza si sia sciolta, che la presenza sia stata riconosciuta. E da questo incontro nasce un nuovo cammino: non più verso Emmaus, ma verso Gerusalemme. Il luogo della Croce diventa il luogo del ritorno, del servizio, dell’annuncio.
È da quel momento che comincia la storia della Chiesa: una comunità di discepoli che ha riconosciuto la presenza del Risorto nella vita e che desidera condividerla. La speranza vera non trattiene, ma invia. Non chiude, ma apre.

Una catechesi che è preghiera
Nel corso della serata, non sono mancati momenti di silenzio, meditazione e condivisione. Alcuni partecipanti hanno dato voce al proprio vissuto, rispecchiandosi nei discepoli in fuga, nella loro delusione e nel loro desiderio di capire.
Uno dei passaggi più toccanti è stato l’invito a “imparare a riconoscere con il cuore”: un appello a lasciarsi toccare dalla Parola, a non fuggire dalla realtà, ma ad abitare la vita con lo sguardo del Vangelo.
Come ha detto una voce dal pubblico: «Emmaus lo conosciamo tutti. È il luogo dove vorremmo fuggire, ma il Signore ci raggiunge anche lì». E suor Anna Maria ha risposto: «Anche Gesù era pronto ad andare più lontano. Non si scandalizza della nostra fuga. Cammina con noi. E ci riporta al cuore».
Il Dio che ascolta
Tra i tanti spunti offerti, uno in particolare ha risuonato con forza: Gesù è il Dio che ascolta. È Lui che pone domande non per sapere, ma per farci parlare. È Lui che accoglie la nostra fatica, che non ci corregge con durezza, ma con pazienza.
Come ha ricordato un sacerdote durante la condivisione finale: «Quante volte in confessione ci sentiamo dire: “Grazie, perché mi hai ascoltato”. È quello che ha fatto Gesù. E forse è quello che più manca oggi: qualcuno che ci ascolti davvero, con amore».
È un Dio diverso, quello di Emmaus: non l’onnipotente che sconfigge con la forza, ma l’Amore che trasforma con la presenza.
Il cuore della speranza
La serata si è chiusa con un invito chiaro e luminoso: rimanere nella Parola, camminare con il Risorto, lasciar ardere il cuore. La speranza cristiana non è un’illusione, ma una realtà che nasce dall’incontro con Cristo, dalla fiducia che anche nelle notti più buie, Lui è con noi.
È questa la speranza che suor Anna Maria ci ha consegnato: una speranza vera, fatta di ascolto, di silenzio, di Parola, di comunità.
E, come ha detto don Claudio nel saluto finale: «Il nostro cuore è fatto per quel gusto. Quando lo ritrova, lo riconosce».

In cammino verso il 3 giugno
Il prossimo appuntamento dei “Venerdì della Speranza” sarà martedì 3 giugno 2025, giorno della memoria liturgica di Papa Giovanni XXIII. La celebrazione sarà presieduta da S.E. Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, che concluderà questo ciclo di catechesi nel luogo natale del Papa del Concilio.
Un cammino che ci ha accompagnati nella Pasqua, illuminando le nostre attese e ridonando vigore alla speranza. Un cammino che, come quello verso Emmaus, ci ha condotti a riconoscere che il Risorto è già accanto a noi, in ogni passo della nostra vita.
Clicca qui per rivedere il video dell'incontro: