Vocabor Joannes, mi chiamerò Giovanni

28 ottobre 1958. L’undicesimo scrutinio del conclave che elegge il successore di Pio XII è quello decisivo. E l’eletto – con trentotto voti – è il cardinale Angelo Giuseppe Roncalli.

Alla domanda del cardinale decano Eugenio Tisserant «Accetti?», la voce del patriarca di Venezia è l’unica a rompere il silenzio. Risponde affermativamente, spiegando di vedere nei voti dei cardinali «il segno della volontà di Dio» e concludendo «chino il capo e la schiena al calice dell’amarezza e al giogo della croce». Alla seconda domanda - «Come vuoi essere chiamato?» - il nuovo Papa risponde:

Vocabor Joannes, mi chiamerò Giovanni.

Questo nome ci è dolce perché nome di nostro padre, ci è soave perché titolare dell’umile parrocchia in cui ricevemmo il battesimo: è nome solenne d’innumerevoli cattedrali, sparse in tutto il mondo e in primo luogo della sacrosanta Basilica Lateranense, cattedrale nostra.

È nome che nella lunghissima serie dei romani Pontefici gode di un primato numerico. Infatti sono enumerati ventidue sommi pontefici di nome Giovanni di legittimità indiscutibile. Quasi tutti ebbero un breve pontificato. Abbiamo preferito coprire la piccolezza del nostro nome dietro questa magnifica successione di romani Pontefici.

Alle 16:45, dopo tre giorni di fumate nere, dal comignolo svettante sulla Sistina si sprigionò una nuvoletta di fumo bianco. Dopo un’ora il cardinale Canali, protodiacono, appariva alle finestre della loggia detta di Paolo V e annunciava: “Habemus Papam”. Poi si affacciò Giovanni XXIII.

Non solo Papa Giovanni non sarebbe stato un pontefice di transizione, ma il suo nome sarebbe stato scritto fra quelli dei “grandi” della Chiesa.

Per celebrare il sessantatreesimo anniversario dell’elezione al soglio pontificio di Angelo Giuseppe Roncalli, alle ore 18:30 si terrà il tradizionale falò al Colle San Giovanni di Sotto il Monte.

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