La settima Giovannea entra nel vivo
È un undici ottobre ricco quello di quest’anno. Siamo contenti che i due comuni che hanno dato i natali ai Papi del Concilio, Giovanni XXIII e Paolo VI, firmeranno un accordo di gemellaggio, soprattutto per promuovere la figura di questi due grandi santi.
Già da tempo le due parrocchie, la nostra di Sotto il Monte e quella di Concesio, collaborano e condividono momenti di preghiera e piccoli progetti. Questo legame forte, siglato dalle reciproche Amministrazioni comunali, incentiva ancora di più la volontà di collaborazione per la promozione della devozione di due grandi uomini di Chiesa che, con il Concilio Vaticano II, hanno dato corpo alla volontà dello Spirito Santo di una grande riforma nella Chiesa.
In più – come già segnalato sui canali social del Santuario – possiamo godere finalmente della meraviglia degli abiti di San Giovanni XXIII, professionalmente e attentamente restaurati dalle suore di clausura dell’Isola di San Giulio. Siamo contenti di poterli riesporre a Camaitino, la casa di Papa Giovanni, per essere ammirati con devozione da voi, carissimi devoti e pellegrini. L’incontro con le suore non si è ridotto al semplice rapporto di lavoro, ma le reliquie consegnate nelle loro preziose mani hanno permesso di creare un canale di preghiera e di forte e reciproca stima. Mi ricordo ancora il giorno in cui – in primavera – mi sono recato, con alcuni collaboratori del Santuario, a consegnare nelle mani delle suore la grande dote di abiti appartenuti a Roncalli per il loro restauro. Le suore meravigliate (non avevano mai visto tante reliquie di un Papa santo in una sola volta) e profondamente emozionate; e noi con loro. Ma l’emozione più forte c'è stata quando la suora responsabile del restauro ha fatto chiamare una sua consorella originaria di Bergamo. Con le lacrime agli occhi – e noi con lei nell’ascoltarla – ci ha raccontato di essere una miracolata del Papa della bontà. Ora attorno ai sessant’anni, quand’era molto piccola – in età infantile – era affetta, insieme alla sua sorella gemella, di una grave malattia agli arti inferiori, che le avrebbe portate all’infermità; la diagnosi dei medici era impietosa. Il loro papà – lo ricordava con puntualità come fosse allora – le portò a Sotto il Monte e le adagiò sul letto di morte del Papa nella casa di Camaitino, pregando, con le lacrime agli occhi, che il Papa della bontà facesse loro la grazia della guarigione. Ebbene, nella visita immediatamente successiva fu riscontrata la totale scomparsa del male e la completa e inspiegabile guarigione. Fu chiesto all’epoca, dalle autorità ecclesiastiche competenti, di testimoniare ufficialmente il miracolo, ma il padre delle due bambine – così ci disse la suora – volle che quel dono grande rimanesse nell’alveo intimo della loro famiglia, cosa che anche la suora che abbiamo incontrato ha chiesto che continuasse. Non ha voluto rilasciare nessuna intervista, lasciandoci però la libertà di raccontarlo. A proposito, entrambe le gemelle sono diventate suore, una benedettina all’Isola di San Giulio (quella che abbiamo incontrato) e l’altra clarissa ad Assisi. Il Signore fa proprio grandi cose.
Ecco perché dico che è un undici di ottobre ricco quello di quest’anno, per le cose belle che il Signore compie attraverso anche la persona santa di Giovanni XXIII. Dovrei raccontare di tante visite significative, di molte persone che, nella figura dolce e soave di Papa Giovanni, hanno trovato conforto alle loro pene, e di tanti racconti di una fede ritrovata o di una forza inspiegabile nel continuare a camminare pur nelle angustie. Quanta grazia, quanta misericordia, quanto bene! Lo abbiamo toccato con mano anche nell’incontro con chi ha percorso il cammino della speranza per varcare la porta santa voluta da Papa Francesco: anche questo è stato un dono grande.
Insomma, anche questo undici di ottobre, festa di San Giovanni XXIII, sarà l’occasione per dire grazie ancora una volta: al Signore, innanzitutto, perché è Lui che origina tutto questo grande movimento di bene, e poi a tutti coloro che in diversa maniera sono stati lo strumento della grazia, nell’accoglierla, nel contemplarla, nel condividerla. E permettete un grazie enorme a tutti i volontari del Santuario e dei luoghi giovannei. Sono essi la forza di questo luogo, essi che collaborano a far essere questo piccolo borgo bergamasco un miracolo di accoglienza, di bene, di traffico generoso di grazia.
San Giovanni XXIII benedica tutti
e doni la sua carezza ai piccoli e a tutti gli uomini di buona volontà.
Don Claudio