Roncalli dalla grande guerra alla Pacem in terris

Mercoledì 20 settembre, alle ore 20:45, presso la Sala Civica di Sotto il Monte Giovanni XXIII, presentazione del libro di Giorgio Cavalli: Angelo Giuseppe Roncalli cappellano militare nella Grande Guerra.

A sessant’anni dalla Pacem in terris e dalla sua morte, e dinanzi alle drammatiche guerre odierne, il libro Angelo Giuseppe Roncalli cappellano militare nella Grande Guerra di Giorgio Cavalli ripercorre il percorso esistenziale e culturale del Santo per comprendere la fede di un uomo che non si è ritratto dall'incarnarla nelle più profonde contraddizioni della storia, per cercarvi una nuova speranza per l'umanità.

Verrà presentato alle ore 20:45 di mercoledì 20 settembre, nella Sala Civica di Sotto il Monte Giovanni XXIII in Piazza Giovanni Paolo II. Ingresso libero.

Saluti di
🔵 mons. CLAUDIO DOLCINI, parroco e rettore Santuario di Sotto Il Monte

Interventi di
🔵 don EZIO BOLIS, direttore Fondazione Papa Giovanni XXIII di Bergamo
🔵 GIORGIO CAVALLI, autore, redattore rivista online «LineaTempo. Itinerari di storia, letteratura filosofia e arte»

modera 
🔵 p. MARIO GHEZZI, missionario Pime

Roncalli dalla grande guerra alla Pacem in terris 1 - Santuario Papa Giovanni XXIII

ANGELO GIUSEPPE RONCALLI CAPPELLANO MILITARE NELLA GRANDE GUERRA

Autore: Cavalli Giorgio
Presentazione di Mons. Santo Marcianò, prefazione di don Ezio Bolis
Editore: Gaspari
Data di pubblicazione: Aprile 2023
Collana: Rileggiamo la grande guerra


Don Angelo Roncalli (Sotto il Monte, 25 novembre 1881 – Città del Vaticano, 3 giugno 1963) crebbe all’ombra del grande vescovo Radini Tedeschi in una Bergamo segnata da profondi conflitti sindacali. Scoppiata la Grande Guerra, si arruolò senza esitazione prima come sergente e poi come cappellano di Sanità. Il suo fu un patriottismo cattolico “senza odio”, contro ogni forma di nazionalismo aggressivo.

L’esperienza personale della guerra, mai rinnegata, portò in seguito Giovanni XXIII a ripensare profondamente il rapporto tra fede e guerra fino a ridimensionare, dopo Hiroshima, la tradizionale dottrina della “guerra giusta”. A sessant’anni dalla Pacem in terris e dalla sua morte, e dinanzi alle drammatiche guerre odierne, rileggere il suo percorso esistenziale e culturale è l’occasione per comprendere la fede di un uomo che non si è ritratto dall’incarnarla nelle più profonde contraddizioni della storia, per cercarvi una nuova speranza per l’umanità.

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