Santo Natale 2023: gli auguri del nostro Rettore

Il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Sono queste le parole con cui l’evangelista Giovanni descrive il Natale. Non c’è, infatti, nel quarto vangelo una “narrazione” dell’evento storico della nascita di Gesù, c’è soltanto la sua interpretazione teologica; anche quelle degli alti tre evangelisti lo sono, sappiamo che non sono racconti biografici.

Giovanni parla di “verbo”, ovvero di Parola. Il verbo è quella parte del periodo che dà senso, movimento, gli dà azione. Il verbo interpreta un agire, dà alla parola la possibilità di liberarsi e di trasmettere un pensiero. La Parola, il Verbo che aziona l’esistente, è quella di Dio, il Dio creatore. Tutto esiste per causa di Lui. La Parola, la Parola di Dio fa esistere l’universo, tanto che nulla di tutto ciò che è creato potrebbe sussistere per un solo istante se Dio, con la sua Parola, non lo facesse esistere. Ebbene, quella Parola che fa la vita, quella Parola che è all’origine di tutto ciò che esiste, quella Parola si è fatta evidente (carne sta per concretezza, vissuto) in un uomo: Gesù di Nazareth. “Chi vede me vede il Padre”, disse un giorno Gesù all’apostolo Filippo. Gesù è il volto del Padre, la presenza concreta e viva dell’amore del Padre. Dunque, duemila anni fa, nei vagiti di un neonato, poi nei primi passi di un infante e nei successivi sviluppi dell’età fino alla maturità, Dio si fece presente, visibile, tangibile. Gesù Cristo è il Figlio di Dio, ovvero è Dio, e averlo incontrato è avere incontrato Dio.

Ora, credo siamo chiamati a far compiere a Dio lo stesso processo. È Natale non il 25 dicembre di ogni anno, e nemmeno quando tagliamo il panettone o quando sentiamo una nenia natalizia; è Natale ogniqualvolta abbiamo il coraggio e la pazienza di scorrere una parola, quella del Vangelo, aprendo così lo scrigno della presenza di Dio. Il Verbo, infatti, si fa carne (presenza viva di Gesù Cristo risorto) ogniqualvolta quel verbo lo lasciamo parlare in noi, ovvero quando lasciamo che il Vangelo sia veramente Buona Notizia per noi. E lo è quando quella Parola la ascoltiamo con la mente e con il cuore, soprattutto con il desiderio di incontrare Gesù Cristo, il Figlio di Dio.

Cari fratelli e sorelle, cari amici, Dio vuole nascere nella stalla del nostro cuore, vuole allietare di gioia le nostre vite stanche e appesantite dagli affanni, Dio vuole mostrarsi come il Salvatore per noi, come colui che ci salva dalla deriva della vita; ma lo può fare solo se gli apriamo il cuore, aprendo le pagine di quella parola che –per opera dello Spirito santo – rivela il volto di Cristo e di Dio suo Padre.

L’augurio allora sia quello di una sana intraprendenza, nel coraggio di prendere ancora in mano il Vangelo di Gesù nel quale Dio attende di essere accolto.

Giunga così a tutti voi, particolarmente agli ammalati e a chi attraversa un momento di fatica o di crisi, il mio augurio di un sereno Natale, accompagnato dall’invito a lasciarvi affascinare dall’unica Parola che salva, quella del Vangelo.

Buon Natale.
Don Claudio

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