In occasione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie il nostro Santuario ha organizzato un incontro con lo scrittore, fotografo ed educatore Davide Cerullo che dalla malavita di Scampia è passato all'impegno conto le mafie.

L'incontro, promosso in collaborazione con il presidio di Libera della Isola Bergamasca - Valle Imagna, si terrà giovedì 14 marzo, alle ore 20:30, presso la Sala Civica di Sotto il Monte Giovanni XXIII. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

«Cresciuto nel quartiere della droga, dal fondo di prigione ha trovato il suo nome scritto nella Bibbia: Davide! Ha staccato di nascosto le pagine, le ha lette e da lì è cominciata una persona nuova»

Erri De Luca

Davide, napoletano di nascita, all’età di sei anni si trasferisce insieme ai suoi tredici fratelli a Scampia. Qui vive un’infanzia difficile. Dopo aver lasciato la scuola, a soli tredici anni, viene arruolato dalla malavita che lo ingabbierà nell’ingranaggio del sistema camorristico.

Grazie a una copia del Vangelo, trovata sulla sua branda nel carcere di Poggioreale, entra in contatto con la fede e inizia a intravedere una possibilità di riscatto.

Oggi Davide ha dato una svolta alla sua vita, ritrovato il suo equilibrio interiore ed è ritornato a Scampia per aiutare quei bambini costretti a diventare adulti troppo presto. Ha fondato l’Associazione culturale “L’Albero delle storie” per poter raggiungere i piccoli attraverso la creatività, il dialogo e soprattutto i libri che definisce “educatori silenziosi”. L’Associazione si pone l’obiettivo di fornire ai bambini strumenti con cui affrontare e cambiare la realtà.

È anche scrittore e viaggia per tutta l’Italia per raccontare la sua storia e dimostrare che si può sempre scegliere “la bellezza piuttosto che il buio”.

Verità è libertà: incontro con Davide Cerullo, fondatore dell’Associazione “L’Albero delle storie" 1 - Santuario Papa Giovanni XXIII

Il maggiordomo di Papa Roncalli, Guido Gusso, racconta in una video clip i retroscena della notizia di celebrare un Concilio che Papa Giovanni XXIII diede per la prima volta ai cardinali a San Paolo fuori le Mura. Sulla ricorrenza anche le testimonianze di mons. Giuseppe Bettazzi e Raniero La Valle.

Mormorio. Silenzio di tomba. Nessun applauso. Questa la reazione dei cardinali all’annuncio di Giovanni XXIII di indire un Concilio. La scena si svolge all’interno del monastero annesso alla basilica romana di San Paolo fuori le Mura. Ad accompagnare Papa Roncalli c’è il suo maggiordomo, Guido Gusso, testimone di quell’episodio avvenuto il 25 gennaio 1959.

L’aneddoto

A distanza di 60 anni, in una video clip celebrativa di Vatican News, Gusso rievoca diversi aneddoti sul disorientamento dei porporati. Alcuni – racconta – domandavano sottovoce ai colleghi cosa significasse “quest’affare del Concilio”. Altri mostravano preoccupazione per i costi che un’operazione del genere avrebbe comportato. “Sarà il prosciugamento delle casse del Vaticano”, sussurrò qualcuno ricordando che solo poche settimane prima il Papa aveva concesso un aumento di stipendio a tutti i dipendenti della Santa Sede.

Il Papa pensieroso

Gusso ricorda anche lo stato d’animo del Papa, conosciuto anche grazie al diario personale reso noto dopo la sua morte. “Tutto ben fatto”, si legge (la foto della pagina del 25 gennaio proviene dall’Archivio della Fondazione Papa Giovanni XXIII - Bergamo). Quella mattina, però, Gusso notò che il Papa era pensieroso durante il viaggio: “si era come assorto, contrariamente al solito non parlava”. Prima di partire, invece, nell’intimità delle sue stanze, chiese di indossare i paramenti più belli: “oggi sarà una giornata eccezionale – confidò al suo maggiordomo – perché dovrò dare un grande annuncio”.

Il viaggio in auto

Poche parole anche durante il rientro in Vaticano. “Non l’hanno presa bene questa cosa del Concilio”, si limitò ad osservare il Papa. “Aveva capito che i cardinali erano tutti contro”, aggiunge Gusso già protagonista di una puntata del WebDoc di Vatican News sul Papa bergamasco prodotto da Vatican Media e da Officina della Comunicazione in occasione della Peregrinatio del Santo nella sua terra natia.

La reazione della stampa

“L’annuncio sconcertò i cardinali a San Paolo fuori le Mura”, ribadisce mons. Luigi Bettazzi vescovo emerito di Ivrea e unico padre conciliare in vita. Anche la stampa non comprese fino in fondo la notizia, tema affrontato nella clip grazie alla testimonianza di Raniero La Valle, direttore de ‘L’Avvenire d’Italia’ ai tempi del Concilio. “Non era stato neanche chiuso formalmente il Concilio Vaticano I, che era finito un secolo prima quando i bersaglieri erano entrati a Porta Pia. E si stava ancora con la teologia del Concilio di Trento. Quindi come potevano capire un Concilio?”.

Un articolo emblematico

Particolarmente eloquente l’articolo de l’Osservatore Romano. “La parola ‘Concilio’ - spiega La Valle - non c’è neanche nel titolo e neanche nel catenaccio del titolo di prima pagina. Si parla di ‘grandi avvenimenti per la vita della Chiesa’. Non se ne accorsero, non se ne accorse nessuno. Ma non potevano accorgersene, perché non si poteva sapere che cos’era un Concilio per la Chiesa del XX secolo che doveva affrontare il mondo che cambiava”.

Fonte: Vatican News

Ricordiamo alcuni passaggi dell’enciclica “Pacem in Terris” nella quale san Giovanni XXIII scongiura “gli uomini, soprattutto quelli che sono investiti di responsabilità pubbliche, a non risparmiare fatiche per imprimere alle cose un corso ragionevole ed umano”, in modo che venga anche rimosso il drammatico rischio di una guerra nucleare.

Nell’ottobre del 1962 la crisi dei missili a Cuba porta l’umanità sull’orlo della terza guerra mondiale e di un conflitto nucleare. Pochi mesi dopo, viene pubblicata la lettera enciclica “Pacem in Terris” di Giovanni XXIII rivolta all'episcopato, al clero, ai fedeli di tutto il mondo e a tutti gli uomini di buona volontà. “La pace in terra, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi, può venire instaurata e consolidata solo nel pieno rispetto dell’ordine stabilito da Dio”.  

L’uso della forza sopprime il dialogo

Con l’ordine mirabile dell’universo, scrive il Pontefice, continua a fare “stridente contrasto il disordine che regna tra gli esseri umani e tra i popoli”. Quasi che, si legge nell’enciclica, “i loro rapporti non possono essere regolati che per mezzo della forza”. Anche in questo nostro tempo, che riflette le sue più grandi angosce in guerre atroci come quelle combattute nello Yemen e in Ucraina, la forza e la potenza militare si sostituiscono alle vie del dialogo e soffocano quelle della diplomazia e del negoziato.

Una corsa folle

La corsa agli armamenti e il rischio di un conflitto atomico non sono capitoli confinati solo nel passato. Anche oggi il mondo è terrorizzato dalla tragica e non irrealistica prospettiva di una guerra nucleare. Risuonano, come se fossero legate anche a questo nostro tempo, le parole di Papa Roncalli scritte nell’enciclica “Pacem in Terris”: “Gli armamenti si sogliono giustificare adducendo il motivo che se una pace oggi è possibile, non può essere che la pace fondata sull’equilibrio delle forze”. “Quindi se una comunità politica si arma, le altre comunità politiche devono tenere il passo ed armarsi esse pure. E se una comunità politica produce armi atomiche, le altre devono pure produrre armi atomiche di potenza distruttiva pari”.

La guerra, un incubo per l’umanità

In un mondo in cui l’equilibrio e la pace sono garantiti anche dalla minaccia delle armi, gli uomini vivono “sotto l’incubo di un uragano che potrebbe scatenarsi ad ogni istante con una travolgenza inimmaginabile”. “E se è difficile persuadersi che vi siano persone capaci di assumersi la responsabilità delle distruzioni e dei dolori che una guerra causerebbe, non è escluso che un fatto imprevedibile ed incontrollabile possa far scoccare la scintilla”.

Si arresti la corsa agli armamenti

La paura e il rischio concreto di una guerra nucleare esigevano nel tempo della guerra fredda e richiedono ancora oggi scelte politiche responsabili: “giustizia, saggezza ed umanità - scrive Giovanni XXIII - domandano che venga arrestata la corsa agli armamenti, si riducano simultaneamente e reciprocamente gli armamenti già esistenti; si mettano al bando le armi nucleari; e si pervenga finalmente al disarmo integrato da controlli efficaci”.

Occorre un disarmo integrale

Per fermare la corsa dell’uomo verso la propria autodistruzione è necessario un disarmo integrale che non limiti solo la voce delle armi: “occorre riconoscere – si legge nell’enciclica Pacem in Terris - che l’arresto agli armamenti a scopi bellici, la loro effettiva riduzione, e, a maggior ragione, la loro eliminazione sono impossibili o quasi, se nello stesso tempo non si procedesse ad un disarmo integrale; se cioè non si smontano anche gli spiriti, adoprandosi sinceramente a dissolvere, in essi, la psicosi bellica: il che comporta, a sua volta, che al criterio della pace che si regge sull’equilibrio degli armamenti, si sostituisca il principio che la vera pace si può costruire soltanto nella vicendevole fiducia”. 

Chi non desidera consolidare la pace?

C’è una domanda, in particolare, che interpella il cuore di ogni uomo e che Giovanni XXIII inserisce nell’enciclica Pacem in Terris: “Chi è che non desidera ardentissimamente che il pericolo della guerra sia eliminato e la pace sia salvaguardata e consolidata?”. “Dalla pace - osserva il Pontefice - tutti traggono vantaggi: individui, famiglie, popoli, l’intera famiglia umana”. Oltre a questa domanda risuonano ancora oggi anche le parole di Pio XII ricordate da Papa Roncalli: “Nulla è perduto con la pace. Tutto può essere perduto con la guerra". Le speranze, oggi come allora, sono riposte nella “profonda aspirazione comune a tutti gli uomini di buona volontà”: la ricerca e il consolidamento della pace.

Fonte: Vatican News

Il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Sono queste le parole con cui l’evangelista Giovanni descrive il Natale. Non c’è, infatti, nel quarto vangelo una “narrazione” dell’evento storico della nascita di Gesù, c’è soltanto la sua interpretazione teologica; anche quelle degli alti tre evangelisti lo sono, sappiamo che non sono racconti biografici.

Giovanni parla di “verbo”, ovvero di Parola. Il verbo è quella parte del periodo che dà senso, movimento, gli dà azione. Il verbo interpreta un agire, dà alla parola la possibilità di liberarsi e di trasmettere un pensiero. La Parola, il Verbo che aziona l’esistente, è quella di Dio, il Dio creatore. Tutto esiste per causa di Lui. La Parola, la Parola di Dio fa esistere l’universo, tanto che nulla di tutto ciò che è creato potrebbe sussistere per un solo istante se Dio, con la sua Parola, non lo facesse esistere. Ebbene, quella Parola che fa la vita, quella Parola che è all’origine di tutto ciò che esiste, quella Parola si è fatta evidente (carne sta per concretezza, vissuto) in un uomo: Gesù di Nazareth. “Chi vede me vede il Padre”, disse un giorno Gesù all’apostolo Filippo. Gesù è il volto del Padre, la presenza concreta e viva dell’amore del Padre. Dunque, duemila anni fa, nei vagiti di un neonato, poi nei primi passi di un infante e nei successivi sviluppi dell’età fino alla maturità, Dio si fece presente, visibile, tangibile. Gesù Cristo è il Figlio di Dio, ovvero è Dio, e averlo incontrato è avere incontrato Dio.

Ora, credo siamo chiamati a far compiere a Dio lo stesso processo. È Natale non il 25 dicembre di ogni anno, e nemmeno quando tagliamo il panettone o quando sentiamo una nenia natalizia; è Natale ogniqualvolta abbiamo il coraggio e la pazienza di scorrere una parola, quella del Vangelo, aprendo così lo scrigno della presenza di Dio. Il Verbo, infatti, si fa carne (presenza viva di Gesù Cristo risorto) ogniqualvolta quel verbo lo lasciamo parlare in noi, ovvero quando lasciamo che il Vangelo sia veramente Buona Notizia per noi. E lo è quando quella Parola la ascoltiamo con la mente e con il cuore, soprattutto con il desiderio di incontrare Gesù Cristo, il Figlio di Dio.

Cari fratelli e sorelle, cari amici, Dio vuole nascere nella stalla del nostro cuore, vuole allietare di gioia le nostre vite stanche e appesantite dagli affanni, Dio vuole mostrarsi come il Salvatore per noi, come colui che ci salva dalla deriva della vita; ma lo può fare solo se gli apriamo il cuore, aprendo le pagine di quella parola che –per opera dello Spirito santo – rivela il volto di Cristo e di Dio suo Padre.

L’augurio allora sia quello di una sana intraprendenza, nel coraggio di prendere ancora in mano il Vangelo di Gesù nel quale Dio attende di essere accolto.

Giunga così a tutti voi, particolarmente agli ammalati e a chi attraversa un momento di fatica o di crisi, il mio augurio di un sereno Natale, accompagnato dall’invito a lasciarvi affascinare dall’unica Parola che salva, quella del Vangelo.

Buon Natale.
Don Claudio

«Vogliamo dire quanti soffrono delle ansietà e delle miserie della vita, e per cui Natale e dolce raggio di conforto e di speranza; gli ammalati e gli infermi, oggetto di attente e vigili cure e di singolarissima affezione: i sofferenti nello spirito e nel cuore per le incertezze dell'avvenire, per i disagi economici, per la umiliazione imposta a qualche colpa commessa o presunta; i bambini, prediletti da Gesù e che per la loro stessa debolezza e fragilità impongono più sacra rispetto e richiedono attenzioni più delicate; gli anziani della vita sovente tentati di qualche attimo di malinconia e di credersi inutili.»
23 dicembre 1959, radiomessaggio di Papa Giovanni XXIII

Tempo di Natale 2023: calendario delle Celebrazioni liturgiche

Domenica 24 dicembre, IV domenica di Avvento

Messe ore: 7:00 | 8:30 | 10:00 | 11:30 | 16:00 | 17:30 | 19:00

🟡 ore 15:15 > Meditazione musicale del coro dei ragazzi
🟡 ore 23:30 > Veglia in preparazione alla Santa Messa di Natale
🟡 ore 24:00 > Santa Messa di Natale
al termine, il gruppo Alpini di Sotto il Monte offrirà vin brulè e panettone

Si ricorda che le Messe del pomeriggio saranno della IV domenica di Avvento: sono da considerarsi Messe di Natale solo a partire da quella di mezzanotte.

Lunedì 25 dicembre, Natale di nostro Signore

Messe ore: 7:00 | 8:30 | 10:00 | 11:30 | 16:00 | 17:30 | 19:00

Martedì 26 dicembre, Santo Stefano

Messe ore: 8:30 | 10:00 | 11:30 | 16:00

Domenica 31 dicembre

Messe ore: 7:00 | 8:30 | 10:00 | 11:30 | 16:00 | 17:30 | 19:00

🟡 ore 16:00 > Messa con il canto del Te Deum
🟡 ore 23:00 > Messa a conclusione della tradizionale marcia per la pace che parte dal convento di Baccanello

Lunedì 1 Gennaio 2024

Messe ore: 7:00 | 8:30 | 10:00 | 11:30 | 16:00 | 17:30 | 19:00

Confessioni

I sacerdoti saranno disponibili per le confessioni in santuario, nei seguenti orari: giovedì 21, Venerdì 22, sabato 23, dalle 8:30 alle 11:30 e dalle 15:00 alle 17:30, e domenica 24, dalle 8:30 alle 11:30 e dalle 14:00 alle 17:30.

Esposizione dei Presepi

Presso la Casa del Pellegrino di Sotto il Monte è stata allestita un'esposizione dei Presepi, visitabile fino al 7 gennaio 2024 nei seguenti orari:
🔴 da lunedì a venerdì, dalle 9:30 alle 13 e dalle 14 alle 17
🔴 sabato e domenica, dalle 9:30 alle 18




“Sarà la Madonna, a compiere un pellegrinaggio verso noi, permettendo a quanti non possono recarsi a Lourdes di raccogliersi in preghiera davanti a una copia esatta della statua della Madonna, la stessa che viene venerata nella grotta di Massabielle”. Con queste parole Luciano Pivetti, presidente Regionale Unitalsi, ha annunciato che nel mese di novembre la statua arriverà anche in Lombardia, dopo un itinerario che la sta conducendo in diverse regioni italiane.

In occasione dei suoi 120 anni di vita, l’Unione italiana per il trasporto ammalati verso i santuari mariani (Unitalsi), ha infatti dato il via alla Peregrinatio Mariae e sta portando l’effige della Vergine di Lourdes in tutta Italia, accolta con entusiasmo dalle varie sezioni Unitalsi locali. In particolare, proprio per ricordare il forte legame tra l'Unitalsi e Papa Giovanni XXIII, la sottosezione di Bergamo ha fortemente voluto portare la Madonna anche a Sotto il Monte.

La proposta è aperta a tutti coloro che si vogliono accostare a Maria in preghiera in un periodo così particolare come quello che stiamo vivendo. Per una volta, sarà la Madonna di Lourdes a farsi presente nella terra che ha dato i natali ad Angelo Giuseppe Roncalli. Un’opportunità di incontro che certamente tanti vorranno cogliere.

Giovedì 16 novembre 2023

Venerdì 17 novembre 2023

Negli orari di apertura del Santuario, i Sacerdoti saranno a disposizione per le Confessioni.

Peregrinatio Mariae: il 16 e 17 novembre Sotto il Monte accoglie la Madonna Pellegrina di Lourdes 2 - Santuario Papa Giovanni XXIII

Mons. Claudio Dolcini, rettore e parroco di Sotto il Monte:

«Sono molto felice di poter accogliere a Sotto il Monte la statua della Madonna pellegrina del Santuario di Lourdes. Innanzitutto, per un mio legame forte con quell'importante santuario mariano, che ha segnato la mia vocazione sacerdotale, e poi per il legame di San Giovanni XXIII e il suo grande affetto per la Grotta di Massabielle.

Il primo viaggio di Angelo Giuseppe Roncalli fu nel 1905, come segretario del Vescovo di Bergamo Giacomo Maria Radini Tedeschi, l'ultimo, il dodicesimo, il 27 marzo 1958, per presiedere alla solenne liturgia di consacrazione della Basilica di San Pio X. Affetto e devozione quelli di Angelo Giuseppe Roncalli sintetizzati in queste parole, che compaiono nel rapporto a Papa Pio XII a seguito della consacrazione della Basilica di San Pio X a Lourdes del marzo 1958: "Non vidi mai nulla di così ordinato, così perfetto, così serio, e di così soave, come incantesimo degli occhi e dei cuori". Mi auguro che i pellegrini che vorranno venire a Sotto il Monte nei giorni della permanenza della statua della Madonna pellegrina possano sperimentare gli stessi sentimenti e la stessa gioia del cuore.»


Papa Giovanni XXIII e il suo forte legame con la nascita dell'Unitalsi: Leggi l'approfondimento riguardo la storia di Unitalsi>

La sottosezione dell'Unitasi di Bergamo ha fortemente voluto portare la Vergine di Lourdes anche a Sotto il Monte, per ricordare il forte legame tra l'Unitalsi e Papa Giovanni XXIII.

San Giovanni XXIII, un Papa Unitalsiano.

Sotto un vasto tendone genialmente architettato, avanti all’improvvisata e bella Grotta di Lourdes molti malati attendono l’arrivo della benedizione di Gesù. Il celebrante benedice con il sacro Ostensorio e una povera donna giovane viene miracolata

Papa Giovanni così, ha sempre mantenuto un prezioso legame con la famiglia unitalsiana in modo particolare a Bergamo, sua città natale. Prima a Roma dagli arbori dell’Associazione e poi come segretario di Mons. Radini Tedeschi vescovo a Bergamo e poi ancora a Roma fino alla sua consacrazione a Vescovo nel 1925. Dal 1944 al 1953, l’Arcivescovo e poi Cardinale Angelo Roncalli, nominato Nunzio Apostolico di Francia, in occasione dei pellegrinaggi dei Malati bergamaschi a Lourdes, amava farsi trovare ai piedi della grotta per potere incontrare tanti amici bergamaschi; presiedere le celebrazioni, passare a salutare e benedire gli ammalati portando sempre una parola di speranza. Durante il breve pontificato non dimentica lo spirito unitalsiano andando a visitare i bambini ricoverati al Bambin Gesù, i carcerati, andando in pellegrinaggio ad Assisi e Loreto. Un ritorno del Papa alla Casa della Madre.

Il 27 marzo 1958, nel suo ultimo viaggio a Lourdes, presiede la solenne liturgia di consacrazione della Basilica di San Pio X.

Papa Giovanni XXIII e il suo forte legame con la nascita dell'Unitalsi 3 - Santuario Papa Giovanni XXIII

L'incontro tra il Conte Giovanni Acquaderni e don Giacomo Maria Radini Tedeschi

L’anno 1883 è da considerarsi un anno particolarmente significativo nella storia dei pellegrinaggi italiani a Lourdes, perché segna l’incontro provvidenziale di due gradi uomini: il Conte Giovanni Acquaderni (grande organizzatore delle manifestazioni religiose degli italiani e presidente del Pellegrinaggio Nazionale italiano a Lourdes) e don Giacomo Maria Radini Tedeschi per la prima volta in pellegrinaggio a Lourdes.

Di questo memorabile pellegrinaggio don Angelo Roncalli, segretario di Mons. Radini Tedeschi futuro vescovo di Bergamo così scrive:

Verso quel tempo (1883) si reca a Lourdes per la prima volta. Ne torna incantato e subito lo entusiasma l’idea di condurre là a schiere numerose i suoi compatrioti, nel pensiero del gran bene che ne proviene a tutta l’Italia per un rinvigorimento generale di fede, di pietà cristiana intorno alla Madonna Incoronata. Ed eccolo senz’altro al lavoro: dapprima in aiuto al Conte Acquaderni suo amico carissimo, poi promuovendo egli direttamente i pellegrinaggi.

E così si scrive la prima pagina della lunga storia dei pellegrinaggi a Lourdes.

“Tenga non mi serve più…”

Il pellegrinaggio nazionale italiano a Lourdes del 1903 era diretto da mons. Radini Tedeschi, fondatore e organizzatore del Comitato Nazionale Pro Palestina e Lourdes. Col pellegrinaggio viaggiavano per proprio conto solo quattro o cinque malati, uno dei quali un giovane di 30 anni certo G. Battista Tomassi, dal viso pallido, sempre seduto nella sua carrozzella, che veniva trasportato dai brancadiers.

Il 3 settembre 1903 giornata triste, nevica e i pellegrini italiani devono lasciare Lourdes per rientrare in Italia e si recano alla stazione. Qui il giovane pallido, consunto dal male ma con un volto sereno, tranquillo, con uno sguardo dolce e sorridente consegna a Mons. Radini Tedeschi la pistola che teneva in tasca e gli dice:

Tenga non mi serve più!, Sono venuto a Lourdes, deciso di porre fine ai miei giorni con un colpo di rivoltella, qualora non avessi ottenuto la guarigione. Iddio ha disposto diversamente, ed un sorriso della Vergine è bastato a trasformarmi. Mi sento rasserenato, mi sento felice nella mia infelicità e voglio dedicare tutte le mie deboli forze per onorare la bianca Regina

La nascita dell'Unital

Desideroso di poter portare a Lourdes altri ammalati nelle sue condizioni, manifestò a Mons. Radini Tedeschi la sua idea di fondare l’Unione Nazionale Italiana per il Trasporto dei Malati Poveri a Lourdes (UNITAL).

Mons. Radini Tedeschi che in quella proposta vide la mano di Dio e della Vergine, assecondò, incoraggiò e aiutò Tomassi e nel novembre 1904 a Roma fu costituita l’Unital.

Nel marzo 1905 Pio X riceve in udienza privata il Comitato Direttivo, Mons. Radini Tedeschi assistente ecclesiastico, il Segretario Generale, i Consiglieri, le Signore Patronesse, i primi soci volontari. Nell’occasione fu presentato al Papa lo Statuto dell’Unione. Sua Santità rivolge agli astanti un breve discorso incitando tutti a lavorare per la prosperità dell’Unione, ne approva lo statuto e la proclama “Opera di Carità per eccellenza”.

I primi pellegrinaggi

Con la benedizione del Papa, l’Unione incomincia la sua missione e già nel maggio del 1905 accompagna a Lourdes 9 malati, 8 uomini tra cui 2 bergamaschi e 1 donna. A questo pellegrinaggio è presente la chiesa di Bergamo con il suo nuovo vescovo Mons. Radini Tedeschi accompagnato dal suo segretario che raggiunge Lourdes per la prima volta, Don Angelo Roncalli.

Per la Quaresima del 1906 Mons. Radini Tedeschi indirizza alla diocesi una Lettera Pastorale di particolare interesse per la causa dei Pellegrinaggi a Lourdes invitando la popolazione a partecipare al Pellegrinaggio della Diocesi di Bergamo previsto nel settembre 1908 per onorare degnamente la Vergine Immacolata in occasione del cinquantenario delle sue apparizioni a Bernardette Soubirous.

Papa Giovanni XXIII e il suo forte legame con la nascita dell'Unitalsi 4 - Santuario Papa Giovanni XXIII

La chiesa di Bergamo si preparava a questo appuntamento con speciali funzioni mensili l’11 di ogni mese dal gennaio 1908.

Il pellegrinaggio in treno, diretto da Mons. Radini Tedeschi e accompagnato dal suo assistente Don Angelo Roncalli, si svolse dal 9 al 19 settembre 1908 con la partecipazione di 485 persone.

Il primo pellegrinaggio bergamasco a Lourdes resterà memorabile nel cammino dell’Unitalsi di Bergamo che da questo pellegrinaggio ha voluto trarre il soggetto per il suo stendardo, raffigurando Mons. Radini Tedeschi nell’atto di benedire con il SS.mo Sacramento i malati disposti sull’Esplanade del Santuario di Lourdes, mentre il giovane Don Angelo Roncalli incensa in SS.mo Sacramento.

Il 1908 aveva segnato un grande fervore nell’organizzazione dei pellegrinaggi a Lourdes in occasione del 50mo anniversario delle apparizioni.

I pellegrini che si recavano a Lourdes ne ritornavano pieni di fede ma con una spina nel cuore, giacché vedevano i treni dei malati francesi, tedeschi, belgi, spagnoli, sottolineando la necessità di poter disporre di attrezzature adeguate per il trasporto ammalati anche dall’Italia.

Da più parti dell’Italia si levavano queste insistenti voci e la neonata Unital desiderava rispondere a tali richieste ma non aveva la possibilità economiche per realizzarle.

Subito Inizia una gara per raccogliere i fondi, il Comitato delle Patronesse Romane dell’Unital, (composto maggiormente da nobili romane) scrivono una lettera ai vescovi italiani. Nel 1909, all’appello romano fa eco il cuore generoso dei Lombardi con raccolte fondi finalizzate all’acquisto di un vagone ospedale. E ancora una volta i figli della generosa terra bergamasca non tarderanno a farsi onore in questa prova di solidarietà cristiana.

Così, nel dicembre del 1909 il segretario dell’Unital Mons. Luigi Lavitrano, poteva assicurare a tutti che

nel prossimo anno l’Unione metterà a disposizione un Vagone-Ospedale provvisto di quanto occorre per agevolare il pellegrinaggio di 30 poveri malati a Lourdes

Il pellegrinaggio nazionale del 1911

Il pellegrinaggio nazionale del 1910 venne posticipato al 1911 causa colera che imperversava in Italia. Lo spostamento del pellegrinaggio consentirà nel frattempo l’acquisto di un secondo e poi di un terzo Vagone-Ospedale così che 75 ammalati potranno raggiungere comodamente Lourdes.

Il pellegrinaggio viene effettuato dal 26 aprile al 5 maggio 1911 ed è organizzato dal Comitato Nazionale pro Palestina e Lourdes che accompagna a Lourdes oltre 3000 pellegrini al cui seguito viaggiano anche 3 vagoni ospedale che ospitano 75 ammalati e tra questi 5 bergamaschi.

Tutti gli ammalati secondo lo statuto Unital se poveri, viaggiavano gratuitamente.

La direzione del pellegrinaggio era affidata per la 16ma volta a Mons. Radini Tedeschi accompagnato da 5 vescovi, mentre la direzione sanitaria era affidata al dott. Padre Agostino Gemelli.

La Santa Vergine benedì quel pellegrinaggio e Suor Angelica Morisi di Spilimbergo e Foresti Giovanni di Bergamo furono miracolosamente guariti.

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Nella terra bergamasca, grazie al suo infaticabile Vescovo Mons. Radini Tedeschi, il fervore e l’entusiasmo che circondano l’Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes si fanno sempre più crescenti coinvolgendo un numero sempre più consistente di soci e di volontari che provengono da ogni strato sociale, principi, nobili, sacerdoti e molti fedeli. È questo il tempo in cui il seme unitalsiano gettato nella fertile terra bergamasca incomincia a radicarsi e a portare i suoi preziosi frutti.  Due sono i protagonisti che caratterizzano l’organico impuntarsi dell’Unital a Bergamo: don Paolo Locatelli e il Principe G. Maria Gonzaga.

Don Paolo Locatelli, già agli inizi degli anni 20 dopo la grande guerra lo troviamo “Presidente” della sezione diocesana Unital di Bergamo ed è lui il principale referente tra Roma e Bergamo.

Nonostante la scarsità di documenti disponibili, ogni tanto la cronaca dell’Unital parla anche di lui sia a livello locale che nazionale.

Le molte guarigioni

Nel 1922, in una nota di Piero Bianchetti, responsabile della neonata Sezione Unital Lombarda alla direzione romana leggiamo testualmente:

la nostra plaga è vastissima ed occorre che la Sezione venga coadiuvato nei vari centri principali della Lombardia. Non fu cosa facile…. ma la Madonna ci aiutò palesemente  e diamo i nomi dei nostri rappresentati nelle varie plaghe: Bergamo, Rev. Locatelli sac. Paolo

Nell’adunanza dei presidenti di sezione 13 marzo 1922 viene stabilito che il treno bianco del mese di luglio che accompagnerà 200 malati più 100 infermieri/e sarà organizzato in prevalenza dalla neonata Sezione Lombarda e a don Locatelli venne affidata la direzione spirituale.

A questo pellegrinaggio parteciparono volontari, ammalati e pellegrini provenienti dalle diverse parrocchie della diocesi di Bergamo. A questo pellegrinaggio partecipa anche l’ammalata Santina Gatti miracolosamente guarita a Lourdes.

Il 1921 può quindi ritenersi l’anno di fondazione dell’Unital bergamasca, dal momento che a Roma si parla spesso della sua voglia di costituirsi addirittura come sezione autonoma e indipendente.

Il 1924 vede assegnati a Bergamo solo 15 posti ammalati per il pellegrinaggio a Lourdes a cui si aggiungono 2 infermiere. Questo fatto suscita l’immediata reazione di don Locatelli che non esita a consegnare le sue dimissioni che non furono accettate.

Il 1926 vede la programmazione di ben 3 treni ammalati a Lourdes circa 500 ammalati, uno di questi riservato esclusivamente a Bergamo. La direzione spirituale viene affidata a don Locatelli.

Nutrita schiera di Brancardiers volontari tra cui Giovanni Foresti, miracolato nel 1911 e di Infermiere Volontarie tra cui Santina Gatti miracolata nel 1922, molti ammalati, un folto gruppo di immigranti bergamaschi, 50 professori, il Vescovo di Bergamo e il principe G. Maria Gonzaga.

E la fede dei bergamaschi a Lourdes viene nuovamente premiata e Domenica Stabilini e Modesta Pedretti furono miracolate.

Anche nel 1927 don Locatelli ritorna a Lourdes per guidare spiritualmente il treno rosso riservato alla Sezione Lombarda: con 240 ammalati e 350 volontari tra questi i Principi Gonzaga.

La madonna benedice nuovamente questo gesto filiale di fede favorendo due malate bergamasche Caterina Patelli e Rosina Perico.

Don Locatelli accompagna il treno rosso anche nel 1928 mentre nel 1929 lo vediamo particolarmente impegnato a Bergamo per organizzare il 25° della fondazione dell’Unital voluta da Mons. Radini Tedeschi già ispiratore del Comitato Nazionale Pro Palestina e Lourdes.

Dal 1932 la carica di presidente della sottosezione di Bergamo viene ricoperta da Don Nunzio Gambirasio coadiuvato dal brillante segretario don Agostino Vismara. L’associazione conobbe un notevole sviluppo, incominciando a radicarsi nelle parrocchie e costituendo i vari gruppi parrocchiali capaci di diffondere capillarmente il carisma unitalsiano tra i sani e gli ammalati. Si costituiscono i gruppi di Seriate, Vertova, Leffe, Odio Sotto, Mariano, Ardesio, etc.

L’inizio del servizio unitalsiano è stato sicuramente benedetto da un gesto singolare di benevolenza da parte di Dio, che a Vertova si degna di guarire un’ammalata.

Papa Giovanni XXIII e il suo forte legame con la nascita dell'Unitalsi 6 - Santuario Papa Giovanni XXIII

Il racconto delle origini dell’Unitalsi di Bergamo siano di aiuto e di stimolo, oggi più che mai, a continuare a testimoniare la vicinanza concreta della Chiesa al dolore e a donare il coraggio della speranza nelle promesse del Signore affidandoci alla Mamma Celeste.

Testi liberamente tratti da “La Carità si fa Storia” di Don Mario Mangili, pubblicato in occasione del 75mo anniversario della nascita dell’Unitalsi di Bergamo.


Nostra Signora di Lourdes pellegrina a Sotto il Monte il 16 e 17 novembre 2023: Scopri il programma delle celebrazioni >

Di seguito una raccolta delle più belle preghiere alla Vergine Maria, che Papa Giovanni XXIII ha scritto nell'arco della sua vita.

Madre, stringimi a Gesù

O Maria,
conservami sempre col massimo fervore di spirito nel fare il bene.
Io mi consacro a te, o Madre mia;
dammi un po' di quel buon gusto,
di quella squisitezza nel bene che tanto mi manca
e che tanto perfezionerebbe le mie azioni.
Il mio pensiero ritorni spesse volte a te,
di te parli la bocca, a te sospiri il cuore.
Fammi umile e sarò santo,
fammi umilissimo e sarò santissimo.
Illumina la mia mente in quelle verità
che riguardano te e il Figlio tuo.
Introducimi a Gesù,
mèta ultima degli affetti miei;
stringimi a Gesù interamente,
aiutami a diventare pazzo di amore per lui.
Così sia.

Immacolata, porta del cielo

O Maria,
fa' che vedendo con te Gesù,
con te sempre possiamo gioire.
Tu sei la nostra fortezza.
O Vergine Immacolata,
radiosa immagine di candore e di grazia,
che col tuo apparire diradi le tenebre della notte incombente,
e ci innalzi agli splendori del cielo,
guarda benigna ai tuoi figli e devoti che si stringono a te.
Stella del mattino,
prepara i nostri pensieri alla venuta del Sole di giustizia,
da te portato nel mondo.
Porta del cielo,
solleva i nostri cuori ai desideri del Paradiso.
Specchio di giustizia,
conserva in noi l'amore della grazia divina, affinché,
vivendo umili e gioiosi nell'adempimento della nostra vocazione cristiana,
sempre possiamo godere dell'amicizia del Signore
e delle tue materne consolazioni.
Così sia.

Nostra Protettrice

O Madonna delle grazie,
continua la tua protezione su tutti i figli della Chiesa universale,
tutti insieme nella luce dello Spirito santo ugualmente fratelli.
Il vivere quaggiù non è senza sacrificio e senza croce.
Conviene pure attraversare il mondo fra qualche miseria e tribolazione.
Ma guardando a te tutto torna lieve e sopportabile.
Le grandi consolazioni che tu impetri e ottieni alle nostre anime,
alla nostra famiglia cristiana,
sono il pegno e la sicurezza della grande patria celeste
per cui siamo fatti e che ci attende.
Amen.

Madre che tutti accoglie

O Vergine santa,
dacci i tuoi doni dalla pienezza della tua grazia.
Santa Maria Immacolata,
soccorri i miseri;
dona coraggio agli incerti;
consola gli afflitti;
sana gli infermi;
prega per il popolo;
intercedi benigna per il clero;
abbi uno sguardo speciale verso tutte le donne;
tutti sentano,
tutti gustino il tuo aiuto benigno e potente.
Tutti accogli, o Madre, e tutti esaudisci.
Siamo tutti tuoi figli.
Amen.

Madre del bell'amore

Maria, Madre del bell'amore,
della conoscenza e della santa speranza,
regina e protettrice della Chiesa,
ricevi nella tua materna fede e tutela, noi stessi,
le richieste e le fatiche nostre.
Con le tue preghiere presso Dio ottienici di vivere sempre uniti,
in un solo spirito, in un solo amore.

Mostrati Madre

Maria, Vergine Addolorata,
che fra lo spasimo della croce mi hai partorito come figlio,
mostrati madre per tutti;
offri la nostra preghiera.
Cristo l'accolga benigno,
lui che si è fatto tuo Figlio.
San Giuseppe,
ottienimi il dono della vita interiore,
tu che me ne hai fornito esempi così chiari.
Santi Apostoli Pietro e Paolo,
partecipate anche a me la vostra fede e il vostro amore.
Protettori miei dolcissimi,
san Francesco di Sales e Filippo Neri,
Ignazio di Loyola e san Luigi,
Stanislao e Giovanni Berchmans,
sant’Alessandro e san Carlo Borromeo,
intercedete per me.
Angelo mio custode,
a te affido il mio raccoglimento:
allontana le mie distrazioni,
confortami nella mia svogliatezza,
mantienimi calmo, sereno, disciplinato in ogni cosa:
illuminami, custodiscimi, sorreggi e guidami.
Così sia!

Regina della Pace

A te ci rivolgiamo, o beatissima Vergine Maria,
Madre di Gesù e Madre nostra.
Possiamo noi, col cuore tremante,
occuparci del più grande problema di vita
o di morte che incombe sull'umanità intera,
senza che ci confidiamo alla tua intercessione
perché tu ci preserva da tutti i pericoli?
Questa è l'ora tua, o Maria.
A te ci affidò Gesù benedetto
nel momento estremo del suo sacrificio di sangue.
Noi siamo sicuri del tuo intervento.
Noi ti supplichiamo,
o Madre nostra dolcissima,
o Regina del mondo.
Non di guerre vittoriose,
o di popoli sconfitti esso ha bisogno,
ma di pace feconda e rasserenatrice:
di questo ha bisogno,
e questo da te invoca a gran voce.
Amen.


Nostra Signora di Lourdes pellegrina a Sotto il Monte il 16 e 17 novembre 2023: Scopri il programma delle celebrazioni >

Fondata nel 2017, la BMB è una Big Band Jazz con organico standard: fiati (sax, trombe, tromboni) e ritmica (piano, chitarra, basso, batteria) per un totale di circa 20 musicisti.
Il gruppo fa parte delle formazioni strumentali nate all’interno dell’Associazione Destinazione Musica aps di Mozzo.
Il repertorio della BMB è in continua evoluzione e comprende brani storici della tradizione per Big Band, composizioni jazz recenti ma anche musica blues, latino americana e funky.

Questo il programma del concerto che sarà eseguito venerdì 10 novembre, alle ore 21:00, presso il Teatro Giovanni XXIII di Sotto il Monte:

Chicago Count Basie
C Jam Blues Duke Ellington
Doxy Sonny Rollins
Back Home Blues Charlie Parker
Scrapple from the Apple Charlie Parker
The girl from Ipanema Antonio Carlos Jobim
Blues in the Night Harold Arlen
Swing, swing, swing John Williams
I got you James Brown
Fascinating Rhythm Gorge Gershwin
Soul Bossa Nova Quincy Jones
Stray Cat Strut Brian Setzer
Sweet Georgia Brown Ben Bernie
The Queen Bee Sammy Nestico
Birdland Joe Zawinul
Venerdì 10 novembre la Big Mozzo Band in concerto a Sotto il Monte 7 - Santuario Papa Giovanni XXIII

Erano le 16:45 del 28 ottobre del 1958 quando, dopo tre giorni di fumate nere, dal comignolo svettante sulla Sistina in Vaticano si sprigionò una nuvola di fumo bianco. Dopo un’ora il cardinale Canali, protodiacono, appariva alle finestre della loggia detta di Paolo V e annunciava: “Habemus Papam”. Poi si affacciò Giovanni XXIII.

Non solo Papa Giovanni non sarebbe stato un pontefice di transizione, ma il suo nome sarebbe stato scritto fra quelli dei grandi della Chiesa.

Quella stessa sera, Sotto il Monte, il piccolo paese in provincia di Bergamo che aveva dato i natali ad Angelo Giuseppe Roncalli, divenne per qualche ora la capitale del mondo.

«Era di sera e c'era la luna» sabato 28 ottobre una meditazione per l'anniversario dell’elezione di Papa Giovanni 8 - Santuario Papa Giovanni XXIII

Per celebrare questo importante anniversario, don Marco Pozza, sacerdote, scrittore e parroco del carcere Due Palazzi di Padova, condurrà una meditazione, che avrà inizio alle ore 20:45 presso il Santuario San Giovanni XXIII di Sotto il Monte, accompagnata dai canti di Tiziana Manenti.

Ripercorrendo la vita e il pontificato di Angelo Giuseppe Roncalli, durante la serata saranno previsti tre interventi di don Marco incentrati su: la figura di Papa Giovanni XXIII, l'impatto del Concilio Vaticano II e Maria.

Ogni intervento sarà intervallato da brani scritti e interpretati da Tiziana Manenti, accompagnata dal vivo dal Maestro Valerio Baggio, autore di Joannes XXIII, musical pubblicato nelle piattaforme digitali in occasione del 60° anniversario della morte del Santo.

La meditazione sarà trasmessa anche tramite una diretta streaming sulla pagina Facebook del Santuario.

don Marco Pozza

Presbitero, scrittore, personaggio televisivo, autore televisivo e giornalista italiano. Cappellano del carcere Due Palazzi di Padova, ha intervistato Papa Francesco in quattro programmi televisivi, dedicati rispettivamente al Padre nostro, all’Ave Maria, al Credo, ai vizi e alle virtù.

Tiziana Manenti

Cantautrice di musica cristiana attiva dal 2004, dopo un trascorso nella musica pop e dance ha interpretato varie canzoni dei CRE Grest italiani.

Nel 2007 canta al maxi-concerto PAX Mundi in onda su Rai2 in memoria di Papa Giovanni Paolo II. Nel 2013 interpreta Speranza che sorge, inno della GMG di Rio de Janeiro. Ha all’attivo diversi singoli e album, in collaborazione con l'etichetta La Gloria, tra cui Azzurra (2008), La mia stella (2009), Gocce (2010), Così canto (2022) e Pietre vive (2023). Ha collaborato con artisti di christian pop music italiani e internazionali.

Valerio Baggio

Pianista, compositore e arrangiatore. Ha scritto per il teatro, il cinema, la tv ed è autore di diverse canzoni per bambini presentate allo Zecchino d'Oro. Diplomato in pianoforte e in musica jazz Valerio è un musicista poliedrico che passa agilmente dal jazz, al pop, alla classica non disdegnando alcun tipo di formazione: in solo, in trio, con orchestra.

Ha collaborato fra gli altri con il Maestro Peppe Vessicchio e il Maestro Bruno Santori, accompagnando artisti come Morris Albert, Andrea Bocelli, Claudio Baglioni, Renato Zero, Gianni Morandi e Tiziano Ferro.


Prima della meditazione, alle ore 18:45, verrà acceso il consueto falò sul Colle San Giovanni.
Clicca qui per maggiori informazioni >>

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