San Giovanni XXIII, Papa della Pace

E siamo ancora qui, a pregare per la pace; non che ce ne fossimo dimenticati (ogni mese, da quasi dieci anni, il primo sabato del mese, a Sotto il Monte preghiamo per la pace davanti al Principe della pace, davanti all’Eucarestia), ma da tempo non lo facevamo con quel senso di smarrimento e di disorientamento, per motivo di un conflitto così vicino, e non solo geograficamente.

È la vocazione di Sotto il Monte quella di pregare e di darsi da fare per la pace, perché è quello che di più ha fatto Angelo Giuseppe Roncalli nella sua vita: egli è stato un uomo di pace, costruttore di fraternità e di dialogo, di legami e di relazioni, anche con coloro i quali chiameremmo “avversari”. Lo dipinse così Papa Francesco in un discorso del 3 giugno 2013, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua morte: "Egli si dimostrò un efficace tessitore di relazioni ed un valido promotore di unità, dentro e fuori la comunità ecclesiale, aperto al dialogo con i cristiani di altre Chiese, con esponenti del mondo ebraico e musulmano e con molti altri uomini di buona volontà. In realtà, Papa Giovanni trasmetteva pace perché aveva un animo profondamente pacificato: lui si era lasciato pacificare dallo Spirito Santo”. E vogliamo farlo anche noi, domandare allo Spirito santo di plasmare i nostri cuori e le nostre menti affinché imparino a crescere nel reciproco rispetto, nel mutuo aiuto, nella virtù della mitezza. “La pace – disse Papa Giovanni in un discorso del 10 maggio 1963, una manciata di giorni prima della sua morte  la pace è una casa, la casa di tutti”. Un uomo non può vivere all’addiaccio, ha bisogno di una casa, e la casa di tutti è proprio la pace, perché l’umanità è un’unica famiglia; e in una famiglia non ci si fa la guerra, non ci si odia, non ci si fa del male a vicenda.

Sentiamo urgente perciò rispondere all’appello di Papa Francesco, ma prima ancora a quello della nostra coscienza di cristiani intensificando la preghiera per chiedere il grande dono della pace: perché lo Spirito santo faccia breccia nel cuore di governanti e uomini politici e faccia sentire dentro il loro cuore l’eco del dolore e della sofferenza inferta ai poveri, ai bambini, alle mamme, a tutti gli uomini che cercano di vivere in pace e concordia. Dunque preghiamo, carissimi amici, facciamo nostro l’impegno costante di Papa Giovanni, facciamo nostra la sua costante preoccupazione per la pace. La nostra devozione per Giovanni XXIII ora deve esprimersi anche in questo modo: imitandolo nella passione per la pace, con una preghiera intensa e accorata. “La pace – dice Papa Giovanni in un radiomessaggio del Natale del 1959 – è innanzitutto un fatto interiore, dello spirito, e ne è fondamentalmente condizione la dipendenza amorosa e filiale dalla volontà di Dio. Tutto ciò che indebolisce, che rompe, che spezza questa conformità e unione di volontà è in opposizione con la pace”. Iniziamo il tempo solenne e austero della Quaresima, tempo di particolare disposizione all’ascolto della Parola di Dio: sia occasione per allenarci nella conformazione della nostra volontà a quella del Signore, il quale non vuole né la guerra, né le divisioni, ma lo spirito di unità e di fraternità.

San Giovanni XXIII ci accompagni fraternamente in questo cammino di preparazione alla Pasqua e interceda presso il Padre per ottenere presto al popolo ucraino la desiderata pace.
Don Claudio


Ci uniamo all’appello di Papa Francesco che invita tutti, credenti e non credenti, a fare del prossimo 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, una Giornata di digiuno per la pace

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